BEFFA ALL’AMATRICIANA: NEL CENTRO STORICO STOP ALLA RICOSTRUZIONE

BEFFA ALL’AMATRICIANA: NEL CENTRO STORICO STOP ALLA RICOSTRUZIONE

Due uffici per 6mila pratiche. Sta tutto in questi numeri lo scandalo del centro storico di Amatrice, la cittadina laziale in provincia di Rieti devastata dal terremoto del 24 agosto 2016 che colpì il Centro Italia. A quasi sei anni di distanza dal sisma, i lavori sono fermi nonostante che lo Stato abbia già messo a disposizione i soldi. Uno stop che ha il sapore amaro di una beffa.

Finora, in quello che era il cuore di Amatrice, non è stato ripristinato un mattone. I cantieri procedono a rilento perché le pratiche si intasano nell’imbuto di due soli uffici professionali, composti da geometri, architetti e geologi, che non riescono a smaltirle rapidamente. Scrive Giuseppe Scarpa sul Messaggero: “Nel suo centro storico, raso al suolo dal sisma, non è stato edificato niente. Oggi appare come un’enorme spianata, un immenso campo di calcio in terra battuta”.

La situazione è tanto paradossale da aver fatto infuriare il commissario straordinario, Giovanni Legnini, già vicepresidente del Consiglio superiore della Magistratura, che ha incontrato recentemente i rappresentanti del Comune, della Regione Lazio e dell’Ufficio speciale per la ricostruzione. “Adesso basta. Tutta l’Italia guarda il centro storico di Amatrice”, avrebbe esclamato, secondo quanto riferisce lo stesso giornale: “Il governo ha messo a disposizione le risorse. Voglio vedere i risultati. La macchina della ricostruzione non può bloccarsi a causa dei tecnici privati”.

AMATRICE lavori

Al di là di questo intoppo burocratico, però, c’è anche il fatto che è indispensabile ridefinire gli spazi urbanistici, con i perimetri delle abitazioni crollate e i relativi confini. La situazione reale, insomma, non coincide con la mappa catastale. E inoltre, non è più possibile neppure rilevare le impronte a terra dei fabbricati: tant’è che il Comune ha dovuto affidare a una società di scavi il compito di rintracciare le rispettive fondazioni.

Poi, come spiega il sindaco Giorgio Cortellesi, s’aggiunge il problema del caro-materiali. I prezzi erano già saliti alle stelle, ma con la guerra in Ucraina sono aumentati ulteriormente. A fine marzo, su intervento di Legnini, verrà aggiornato il prezzario per i rimborsi degli interventi edilizi.

Famosa per la sua cucina romanesca, e in particolare per la ricetta del sugo “all’amatriciana” che condisce gli spaghetti o i bucatini, la cittadina laziale con il suo centro storico rischia ora di diventare la vittima e il simbolo di una ricostruzione mancata. Tutt’intorno i lavori procedono a ritmo più sostenuto e infatti alla periferia del paese sono stati appena consegnati due condomini con 86 appartamenti. In complesso, nelle quattro regioni colpite dal sisma del 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) sono 6.800 i cantieri aperti per un valore di circa due miliardi di euro.

 

 

 

 

 

 

 

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