Si moltiplicano nel Salento i furti degli alberi di ulivo, resistenti alla Xyella, appena piantumate dopo la devastazione provocata dal batterio-killer che ha deturpato il paesaggio pugliese e provocato gravi danni all’economia locale, colpendo in particolare i produttori di olio extra vergine. Ne dà notizia il sito online della Gazzetta del Mezzogiorno, il quotidiano di Bari tornato da pochi giorni in edicola.
“Un vile atto che stronca i sogni degli agricoltori di ricominciare a lavorare e produrre dopo il disastro ambientale, paesaggistico e produttivo”, denuncia Coldiretti Lecce, segnalando la sparizione di cento piante di ulivo a Nardò. “Sono atti vergognosi e inaccettabili – si legge in una nota di Coldiretti Puglia – che vanno fermati con ogni mezzo, anche con l’intervento dell’esercito”. E la stessa Coldiretti regionale aggiunge: “In provincia di Lecce gli olivicoltori, dopo anni di blocco produttivo a causa della Xylella e della burocrazia stanno timidamente iniziando a reimpiantare e c’è chi vigliaccamente toglie nuovamente una speranza di futuro alle imprese agricole, rubando le piante di ulivo appena piantumate”.
I poteri criminali, secondo l’organizzazione di categoria, si “annidano nel percorso che l’uva da vino, l’olio, la frutta e la verdura, la carne e il pesce, devono compiere per raggiungere le tavole degli italiani passando per alcuni grandi mercati di scambio fino alla grande distribuzione”. Le agromafie, per Coldifretti, “impongono i prezzi dei prodotti agricoli e la vendita di determinate produzioni agli esercizi commerciali che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente grazie alle disponibilità di capitali ottenuti da altre attività criminose”.
In base alle ultime notizie, la Xylella fastidiosa sarebbe un’epidemia d’importazione. Il batterio killer sarebbe stato importato dal Costa Rica, attraverso piante del caffè.