MODENA, UN’EX CASERMA DA BENE PUBBLICO A 32 APPARTAMENTI PRIVATI

MODENA, UN’EX CASERMA DA BENE PUBBLICO A 32 APPARTAMENTI PRIVATI

Sono 7.300 metri quadrati nel cuore di Modena, con in più un’area di 1.670 destinata a cortile. Acquistata nel 2006 dalla Provincia per quattro milioni e 870mila euro e rivenduta nel 2020 dopo sei aste andate a vuoto per 3,5 milioni a una società di costruzioni che ne ricaverà 32 appartamenti di lusso, l’ex Caserma Manfredo Fanti verrà trasformata da bene pubblico in immobile residenziale a uso privato, perdendo la possibilità di qualsiasi destinazione culturale o sociale. “Un progetto – denuncia al Fatto Quotidiano il presidente della sezione locale di Italia Nostra, Giovanni Lo Savio – che frammenta gli spazi interni e ne stravolge l’organizzazione per ampie camerate nella tipologia dettata dalla speciale e unitaria funzione storica, e perfino apre in un prospetto esterno i varchi di accesso ai garage di servizio”. E quel che è peggio, come osserva lo storico dell’arte Tomaso Montanari sullo stesso giornale – può costituire un precedente per “centinaia di analoghi edifici (certo di rado così pregiati) in tutta Italia”.

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L’ex caserma Fanti su via Saragozza confina con la chiesa di S.Pietro e con il Parco delle Rimembranze. L’isolato ha ospitato fin dal X secolo l’insediamento religioso di San Pietro, affidato ai monaci Benedettini della Badia di Nonantola.

Dal Cinquecento il complesso neoclassico è stato sede di un monastero, soppresso nel 1796, per essere trasformato prima in “Caserma di Cavalleria” e poi in una scuola e servizi militari fino al 1996. In stato di abbandono per quasi un decennio, l’edificio era stato trasferito con apposito accordo di programma dal ministero della Difesa al Comune di Modena e quindi alla Provincia.

Secondo Montanari, questo progetto di “valorizzazione” a beneficio di pochi “ricchi signori” non rispetta, però, né le vincolanti misure conservative del Codice dei Beni culturali né il Testo unico dell’edilizia. E configura anche “una violazione della vigente disciplina comunale di piano regolatore che registra la Caserma Fanti come edificio di riconosciuto interesse culturale e l’assegna alla categoria di intervento per restauro scientifico con rigorose prescrizioni di rispetto non solo dei prospetti interni ed esterni, ma pure dell’impianto distributivo-organizzativo originale”. A suo avviso, insomma, si tratta di “uno sfrontato abuso edilizio”.

All’atto della vendita, il presidente della Provincia di Modena, Gian Domenico Tomei, aveva commentato: “La Provincia avrà a disposizione risorse importanti da investire nella viabilità e nelle scuole. Le vendita e il recupero dell’edificio storico, inoltre, potrà contribuire alla riqualificazione e rigenerazione urbana dell’area via Saragozza, interessata da altri progetti di intervento come il liceo Sigonio”.

 

 

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