Passiamo per essere un popolo di “cicale” e di spreconi, presunti spargitori di rifiuti a danno dell’ambiente. E invece, in base ai dati forniti dal Conai, nell’annus horribilis 2020 l’Italia ha stabilito il record del riciclo con il 73% degli imballaggi – seconda in Europa soltanto alla Germania – rispetto al target del 65% fissato dall’Europa per il 2025. Ai Comuni andranno 654 milioni di euro, come contributo al servizio di raccolta differenziata.
A causa dell’emergenza sanitaria e del lockdown, provocato dall’epidemia di coronavirus, sono scesi complessivamente i consumi ma è aumentata la domanda di prodotti imballati, sia per motivi di sicurezza igienica sia per il ricorso alla consegna a domicilio. Se poi al riciclo del materiale si somma anche il suo riutilizzo energetico come combustibile non fossile, il totale degli imballaggi sottratti alle discariche sale all’83,7%, con circa 11 milioni di tonnellate.
Commenta Luca Ruini, presidente del Consorzio nazionale Conai: “È il tasso più alto di riciclo che il nostro Paese abbia mai raggiunto”. E la direttrice generale del ministero della Transizione ecologica, Laura D’Aprile, aggiunge che “il Sud cresce quasi quanto il Nord e verrà sostenuto con gli investimenti previsti nel Pnrr”: rispettivamente, il Mezzogiorno registra un +5% e le regioni settentrionali un +6%.
In dettaglio, sono state oltre 9 milioni e mezzo le tonnellate di imballaggi riciclati su 13 milioni immessi al consumo. Ma anche in altri settori i risultati sono rilevanti: acciaio 371mila tonnellate, alluminio 47.400, carta 4 milioni, legno 1,87 milioni, plastica 1,76milioni, vetro 2,14. E secondo i dati presentati dal Comieco, uno dei consorzi che fa parte di Conai, nel 2020 il riciclo di carta e cartone ha superato l’87%.
Il trend più lento risulta quello della plastica che l’anno scorso aveva registrato il 48,7% di riciclo, a un passo dall’obiettivo del 50% da raggiungere nel 2025. E come Amate Sponde ha già riferito in un recente articolo, l’Italia produce il 60% di quella monouso europea, messa al bando dall’Ue a partire dal 3 luglio scorso. Il settore della plastica “usa e getta” ha un fatturato di circa 815 milioni all’anno, con 200 aziende e 2.780 dipendenti. Da qui, la richiesta presentata dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per ottenere deroghe e modifiche alle linee guida di attuazione che la Direttiva europea fissa entro il prossimo mese di ottobre.