CITTA’ MALATE

CITTA’ MALATE

 Non dev’essere una coincidenza se l’inquinamento atmosferico nel nostro Paese risulta più alto proprio nelle regioni del Nord, dove il Covid-19 ha causato più vittime e più danni. Finora non è stato scientificamente accertato un collegamento tra i due fenomeni, ma è lecito ipotizzare che le polveri sottili possano aver contributo alla diffusione del virus, indebolendo i polmoni delle popolazioni settentrionali ed esponendole di più al contagio. Il nesso fra ambiente e salute, insomma, sta nel triste bilancio dei contagi e dei decessi.

Quanto siano ancora malate le nostre città, lo documenta il report annuale “Mal’aria 2021” appena pubblicato da Legambiente. L’emergenza smog in Italia non si arresta e anzi diventa sempre più cronica. Nonostante la pandemia, e il conseguente lockdown, il bilancio è preoccupante: su 96 capoluoghi di provincia analizzati l’anno scorso, ben 35 hanno superato i limiti stabiliti dalla legge per la concentrazione giornaliera di polveri sottili (Pm10).

La maglia nera tocca a Torino, con 98 giorni di sforamenti. Seguono Venezia e Padova, rispettivamente con 88 e 84 giorni. Ancora in Veneto vengono Rovigo e Treviso; poi, nell’ordine, Milano al quinto posto, quindi Cremona, Modena e Vicenza. Al centro Sud, il primato negativo spetta ad Avellino (78 giorni) e a Frosinone (77). Ma si tratta, comunque, di un’emergenza che riguarda tutta la Penisola, dove – secondo i dati dell’EEA (European Environment Agency) – sono oltre 50mila all’anno le morti premature dovute all’esposizione eccessiva agli inquinanti atmosferici (in particolare il Pm2,5, gli ossidi di azoto (NO2) e l’ozono troposferico (03). Preoccupante anche il confronto con i parametri OMS: sono 60 le città italiane che registrano una media annuale di Pm10 superiore al livello indicato dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Dichiarano i responsabili di Legambiente: “L’Italia è indietro sulle azioni da mettere in campo per ridurre l’inquinamento atmosferico. Basta deroghe, servono misure più coraggiose e concrete a partire da mobilità sostenibile e uso dello spazio pubblico per avere più clean city, città pulite e più vivibili. Non si sprechino le risorse economiche in arrivo dall’Europa”.

PROPOSTE – Per l’Associazione ambientalista, è urgente intervenire in maniera rapida con misure efficaci, affrontando il problema in modo strutturale e con una pianificazione adeguata e incrociando due temi cruciali: quello della mobilità sostenibile e quello dell’uso dello spazio pubblico e della strada; prevedendo interventi ad hoc che, se integrati ad altre misure riguardanti il settore del riscaldamento e dell’agricoltura, potranno portare benefici immediati e duraturi.

Occorre prevedere, per esempio, il potenziamento del trasporto pubblico locale e della mobilità condivisa, elettrica ed efficiente, per garantire il diritto di muoversi senza inquinare; lo stop progressivo alla circolazione delle auto nei centri delle città, senza deroghe né scappatoie; lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti.

È necessario inoltre ripensare lo spazio urbano con l’aumento delle corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale; centri urbani secondo la vision zero, con l’estensione delle aree pedonali nei centri urbani e nei quartieri; percorsi ciclo-pedonali e “zone 30”, con il limite di velocità a 30 chilometri orari.

Sul fronte del riscaldamento domestico, servono abitazioni a emissioni zero, con la diffusione capillare del “Bonus 110%” per favorire il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio e carbone da subito, e a metano nei prossimi anni.

E infine serve anche un cambiamento della filiera agro-zootecnica, rafforzando ed estendendo temporalmente le misure invernali di limitazione o divieto di spandimento di liquami e digestati; istituendo l’obbligo di copertura delle relative vasche di stoccaggio; sostenendo, attraverso misure PSR (Programma di sviluppo rurale), investimenti aziendali volti ad attuare operazioni di trattamento, sia delle emissioni di stalla sia dei liquami e letami, con processi che prevedano la produzione di biometano, la separazione solido-liquido, le macchine agricole per migliorare la modalità di applicazione al suolo di liquami e digestati.

FOCUS SU ROMA E MILANO – Il report “Mal’aria 2021” presenta infine il focus dal titolo “Roma e Milano Clean Cities”, in cui si fa il punto sulle concentrazioni medio annue di biossido di azoto nelle due città capoluogo di regione. Nonostante i mesi di lockdown e la diffusione dello smart working, in entrambe le metropoli è stato superato quello che sarà il nuovo valore medio annuale suggerito dall’OMS per il biossido di azoto (NO2), ossia 20 microgrammi per metro cubo (μg/mc). In particolare, a Roma lo scorso anno il valore medio annuo di NO2 è stato di 34 μg/m3, mentre a Milano di 39 μg/m3.

Sono le auto – secondo Legambiente – la fonte principale di inquinamento in città, mentre le emissioni fuorilegge delle auto diesel continuano a causare un aumento della mortalità, come è emerso anche da un recente studio presentato lo scorso settembre da un consorzio italiano che comprende consulenti (Arianet, modellistica), medici ed epidemiologi (ISDE Italia, Medici per l’Ambiente) e Legambiente, nonché la piattaforma MobileReporter. Lo studio in questione – che si inquadra nella più ampia iniziativa transfrontaliera sull’inquinamento del traffico urbano Clean Air For Health (https://cleanair4health.eu/) stima per la prima volta in assoluto la quota di inquinamento a Milano imputabile alle emissioni delle auto diesel che superano, nell’uso reale, i limiti fissati nelle prove di laboratorio alla commercializzazione. In particolare nel capoluogo lombardo sono proprio i veicoli diesel “Euro4” ed “Euro5” a provocare la maggior parte dell’inquinamento da NO2: circa il 30% nel corso del 2018. Per questo Legambiente chiede subito, come era stato previsto nell’accordo tra governo e regioni della pianura Padana, il blocco della circolazione dei diesel “Euro4” e della auto a benzina “Euro1” e al 2025 l’estensione del blocco totale annuale anche all’ “Euro5” diesel e così via.

PETIZIONE E MOBILITAZIONE SOCIALIn occasione della pubblicazione del dossier “Mal’aria 2021”, Legambiente lancia una petizione on line (https://attivati.legambiente.it/malaria) in cui sintetizza le sue richieste per città più vivibili e pulite invitando i cittadini a sottoscriverla. Alla raccolta firme, si affianca anche una mobilitazione social attraverso la quale l’associazione chiede oggi a ogni persona di scattarsi un selfie in primo piano con una mascherina bianca, sulla quale scrivere il claim #noallosmog, davanti alla finestra aperta o in un luogo simbolo della rispettiva città (statua, piazza, ecc.). E di pubblicare la foto sui propri profili e pagine social, con il tag @Legambiente e usando gli hashtags #malaria e #noallosmog.

 

 

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