Un finanziamento da 20 milioni di euro è stata accordato da Intesa Sanpaolo alla società Novamont (nella foto, la sede), per due interventi innovativi nell’ambito dell’economia circolare:
- il completamento, a Terni, del primo impianto al mondo per la generazione da fonte rinnovabile di un nuovo monomero derivante da zuccheri, l’acido furandicarbossilico (FDCA), che può essere impiegato come materia prima per la produzione di biomateriali biodegradabili e compostabili di elevate performance;
- la costruzione, nello stabilimento di Bottrighe (RO), di un impianto di biometano da residui di fermentazione, che renderà il sito polesano il più efficiente centro per la produzione di intermedi chimici da fonte rinnovabile in Europa per caratteristiche energetiche e aspetti ambientali.
A Terni il programma di investimenti concordato con Intesa Sanpaolo prevede l’integrazione a monte della filiera produttiva Novamont, con la realizzazione del primo impianto dimostrativo al mondo in grado di produrre il nuovo monomero FDCA, mediante una tecnologia di proprietà della stessa azienda. Il monomero, fino a oggi mai prodotto industrialmente da fonti rinnovabili, potrà essere processato nelle linee esistenti in combinazione con altri biomonomeri della filiera Novamont per la sintesi di nuove bioplastiche compostabili (Mater-Bi di V generazione), idonee allo sviluppo di nuove applicazioni a elevato grado di rinnovabilità e altissima performance (barriera all’ossigeno e all’anidride carbonica per il settore del packaging alimentare, capsule per il caffè, ecc.), in grado di sostituire gli imballaggi prodotti da fonti fossili e quindi di minimizzare la produzione di CO₂.
A Bottrighe, nello stabilimento Mater-Biotech primo al mondo per la produzione industriale di biobutandiolo da zuccheri attraverso fermentazione, il finanziamento circular della Banca consentirà a Novamont di implementare su scala industriale un impianto di upgrading della qualità del biogas prodotto dalla fermentazione dei microrganismi esausti. A lavori conclusi, l’impianto diverrà il primo in Italia per la produzione di biocarburanti avanzati ottenuti dalla valorizzazione degli scarti di lavorazione certificato UNI/ISO 11567. Attraverso la tecnologia dell’assorbimento chimico, tutto il biogas prodotto verrà destinato all’upgrading e si otterranno sia uno stream di biometano a elevata purezza, che potrà essere immesso direttamente in rete, sia uno stream ricco di CO₂, che potrebbe essere riutilizzabile in processi chimici e biotecnologici.
Il finanziamento a Novamont rientra nel plafond circular da 6 miliardi di euro previsto dal Piano di Impresa 2018-2021 di Intesa Sanpaolo ed è stato strutturato dalla Divisione IMI Corporate e Investment Banking, guidata da Mauro Micillo, con il supporto del Circular Economy Desk di Intesa Sanpaolo Innovation Center, società dedicata all’innovazione e alla diffusione dell’economia circolare, presieduta da Maurizio Montagnese e guidata da Guido de Vecchi.
“Siamo orgogliosi – afferma Mauro Muccillo – di poter supportare un’eccellenza italiana, qual è Novamont, nella realizzazione di due progetti di rilievo internazionale nel settore della biochimica. Le nuove bioplastiche biodegradabili che potranno essere prodotte anche grazie all’attivazione del nuovo impianto di Terni e il biogas di alta qualità ottenuto nel Polesine sono importanti passi in avanti per l’abbattimento dell’inquinamento e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili. Per sostenere iniziative come queste e la progressiva transizione verso l’economia circolare, chiave di volta per uno sviluppo duraturo che non incida sull’ambiente, nell’arco del Piano d’Impresa 2018-2021 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione delle imprese un Plafond Circular da 6 miliardi di euro, grazie al quale fino a oggi sono state finanziate numerose iniziative in Italia e all’estero per un totale di 1,5 miliardi di euro”.
Dichiara Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont: “Siamo fieri di avere al nostro fianco un partner autorevole come IntesaSanpaolo per dare attuazione a due importanti sviluppi del nostro modello di bioeconomia circolare, un settore strategico delle politiche europee per disaccoppiare lo sviluppo dall’utilizzo delle risorse e ridisegnare i sistemi di produzione, consumo e smaltimento. Il progetto che abbiamo avviato 30 anni fa è oggi un vero e proprio dimostratore a livello italiano, che alimenta diverse filiere di grande valore presenti nel Paese in una logica di riprogettazione sistemica, trasformativa e multidisciplinare. I due interventi nei nostri siti produttivi di Terni e Bottrighe rappresentano un ulteriore passo in avanti in questa direzione”.