GLI “ALBERGHI DIFFUSI”: HOTEL ANTI-COVID

GLI “ALBERGHI DIFFUSI”: HOTEL ANTI-COVID

Non è soltanto una forma di turismo più riservato ed esclusivo. L’Albergo Diffuso è anche un modo per difendere e valorizzare il territorio, recuperando i piccolo borghi antichi disseminati lungo tutta la Penisola. E ai tempi dell’epidemia di coronavirus, può diventare un’alternativa per fare vacanze in sicurezza, rifuggendo dalla “pazza folla” ed evitando il pericolo degli assembramenti.

Ora l’ha scoperto anche la Cnn (Cable News Network), la celebre emittente americana della tv a pagamento, dedicando sul suo sito Internet un servizio all’Hotel Sextantio, di Santo Stefano di Sessanio (Abruzzo), realizzato più di vent’anni fa dall’imprenditore Daniele Kihlgren, milanese di origini svedesi. In questo pittoresco e suggestivo borgo medioevale a 1250 metri d’altezza (nella foto), di cui Kihlgren ha acquistato una piccola parte, abitano 115 persone e da qui i turisti possono fare escursioni in montagna, oltre ad apprendere le tradizioni locali e a gustare cibo genuino. “Così – racconta Cnn, elogiando l’iniziativa – hanno inventato per sbaglio il perfetto hotel dell’era Covid”.

In realtà, gli alberghi diffusi in Italia sono già circa 150. Un altro Sextantio si trova a Matera, la Città dei Sassi, dichiarata Capitale europea della cultura 2019. Mentre in Puglia, lungo la costa adriatica fra Bari e Brindisi, va segnalato Borgo Egnazia (Savelletri di Fasano) costruito “ex novo” in stile tipico, con annesso campo da golf. Ma il recupero edilizio dei nostri borghi a fini turistici è una tendenza che riguarda diverse regioni italiane, da Nord a Sud passando per il Centro. E si tratta, indubbiamente, di un patrimonio da valorizzare anche sul piano storico, urbanistico ed economico.

A differenza dell’hotel tradizionale, concentrato per lo più nello stesso edificio o in ali collegate, l’albergo diffuso è articolato in abitazioni e camere distanti dal corpo centrale, dove si trovano la reception, le sale comuni, il bar e il ristorante. Questo offre nel contempo agli ospiti privacy e possibilità di socializzazione, in un’atmosfera generalmente più rilassata e riposante.

La denominazione di “albergo diffuso” ha origine in Carnia, nel 1982, all’interno di un gruppo di lavoro che aveva l’obiettivo di recuperare turisticamente case e borghi ristrutturati a seguito del terremoto che colpì il Friuli Venezia Giulia negli anni ’70. Il modello di ospitalità è stato elaborato da Giancarlo Dall’Ara, docente di Marketing turistico, e affonda le radici nella tradizione italiana, calda e relazionale. Nel 1998, è stato riconosciuto formalmente per la prima volta in Sardegna con una normativa specifica.

Per chi vuole saperne di più, qui si può scaricare gratuitamente l’e-book sull’Albergo Diffuso

A questo link, si può consultare un elenco degli Alberghi Diffusi in Italia

 

 

 

 

 

 

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