Un Protocollo e un manager per la salubrità ambientale. Nasce un’inedita figura professionale destinata a mettere in opera, prendere visione e verificare i punti di questo documento programmatico. Sono le ultime novità presentare nel corso del Forum PULIRE 2020, la biennale internazionale dedicata all’igiene, organizzato da ISSA PULIRE NETWORK, la più grande piattaforma internazionale nell’ambito del cleaning e del facility management.
“Quello della salubrità ambientale – spiegano i promotori dell’iniziativa – è un concetto etico e globale che fa riferimento a tutti gli ambienti aperti al pubblico, non solo per gli uomini ma anche per gli animali. Per questo abbiamo realizzato un protocollo, condiviso con un comitato scientifico di cui fanno parte anche imprenditori, che permetta di avere standard per offrire garanzie anche al di là dell’emergenza Covid-19, razionalizzando gli sprechi e aumentando l’efficienza nell’ambiente di lavoro”.
Il documento, certificato da un ente terzo come Kiwa Cermet Italia, classifica vari ambienti in quattro macrotipi: quelli a elevata contaminazione, quelli destinati a un’utenza specifica, quelli legati a funzioni primarie (per esempio cibo, sonno) e infine quelli dedicati a un’utenza fragile o legati a produzione di beni alimentari o farmaceutici. Nell’elenco non è compreso l’ambiente ospedaliero, perché è l’unico a godere di normative a parte.
In questo quadro, è fondamentale la nascita del manager per la salubrità ambientale, che sarà formato con un iter specifico e che dovrà possedere competenze tecnico-scientifiche. Sarà possibile ottenere due certificazioni: una per il servizio integrato di prevenzione delle contaminazioni, l’altra sarà quella del manager per la salubrità ambientale. Il tutto sarà basato su tre punti chiave: affidabilità, trasparenza e adeguatezza. Al manager spetterà l’individuazione dei rischi, l’attuazione delle misure di prevenzione e il monitoraggio delle attività”.
Uno dei principali campi di intervento del manager per la salubrità ambientale è quello dell’enogastronomia. Nel corso della sessione è intervenuto lo chef 2 stelle Michelin Giancarlo Perbellini (nella foto), che ha proposto uno sguardo approfondito sul valore dell’igiene nell’ambito della ristorazione, raccontando nel dettaglio come viene pulita e igienizzata la sede di un ristorante stellato. Perbellini ha descritto minuziosamente le procedure di pulizia che vengono effettuate giornalmente e, addirittura, intensificate nel weekend sia nella sala che nelle cucine del suo ristorante: “Il nostro valore assoluto è la qualità, sia delle risorse umane sia dei materiali che utilizziamo, ma anche della pulizia. Sono i cardini su cui si deve basare il nostro lavoro. Come esempio, posso dire che otto dei miei ristoranti hanno la cucina a vista, una garanzia per i nostri clienti”.
Anche le scuole sono da sempre un luogo sensibile e la pandemia ha evidenziato le criticità già presenti nel sistema. Lo ha raccontato Antonello Giannelli, presidente ANP–Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola. La pandemia ha rappresentato uno stress test per il sistema scolastico: “I problemi della scuola, come di tanti altri settori, li conoscevamo già, ora dobbiamo interrogarci su come migliorarli”, ha dichiarato Giannelli. E ha aggiunto: “Una scuola in cui si vive distanziati è una contraddizione, ma si sta facendo perché è necessario. Abbiamo dovuto adattarci anche ai banchi monoposto, perché tante scuole non li avevano e non potevamo offrire condizioni di sicurezza, così com’è stato necessario ripensare i flussi pedonali all’interno delle scuole, in cui i ragazzi, specie nell’intervallo, sono abituati a circolare liberamente e in gruppo”.
Sul rapporto tra igiene e sostenibilità ambientale si è soffermata in particolare Rossella Muroni, ecologista, progressista e femminista, già presidente nazionale di Legambiente, deputata della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, eletta alla Camera nelle liste di Liberi e Uguali: “Ecologia ed economia devono camminare insieme. È una sfida importante del pianeta in cui il nostro paese può essere protagonista”. Sono 432mila le imprese italiane – come ha spiegato lei stessa – che hanno investito nella green economy, con 400mila assunzioni nel 2019, numeri che hanno reso l’Italia leader per la raccolta dei rifiuti, per l’efficientamento energetico e per le certificazioni ambientali. La politica, secondo Moroni, dovrebbe costruire corsie preferenziali per chi fa scelte coraggiose e lungimiranti come quelle di questo settore, ma spesso la spinta viene dalle imprese. A suo parere, neppure nelle associazioni di categoria c’è adeguata rappresentanza per queste aziende: “È importante sapere, invece, che anche i singoli possono diventare attori di questo processo virtuoso, come nel caso della cessione dell’energia verde prodotta o con una corretta raccolta differenziata”.