In molte città, specie nelle più grandi, ci sono monumenti che nessuno degna di uno sguardo, su cui non si posano gli occhi di turisti, pendolari o pellegrini. Sono le vecchie edicole di giornali. Una volta “piccoli templi” di quotidiani e settimanali, riviste e fumetti, buste regalo e figurine. Oggi, che parole e immagini hanno preso a correre nella rete, le edicole sono spesso ridotte a scheletri di lamiera, a scarti, ad archeologia senza valore.
Eppure c’è stato un tempo in cui quel piccolo tempio aveva i suoi officianti e i suoi fedeli, che ogni mattina, dopo il caffè del risveglio e prima del treno per il lavoro fuori porta, cercavano i racconti di carta e inchiostro, profumo della giornata che iniziava.
Le edicole erano uno dei luoghi in cui la notte passava le consegne al giorno. E i pacchi di giornali accatastati erano le sentinelle che scrutavano l’alba, i messaggeri delle storie piccole e grandi, di divi e poveri cristi, campioni e scartine, acrobati e nani, cantastorie e cialtroni.
Un ritrovo di umanità, un crocevia di sguardi e mezze frasi, di indugi e chiacchiere, una finestra sulla città e sul mondo, da dove sbirciare sulla vita degli altri. Con la complicità dell’edicolante, spesso una specie di confidente, una delle prime persone che incontravi nella lunga giornata e che ti accoglieva di primo mattino con una battuta o un sorriso. L’edicola come spazio del tempo sospeso, una retroguardia dove indugiare prima di andare sulle frontiere del nuovo giorno.
Chi glielo spiega ai “nativi digitali” che oggi inseguiamo fingendo di essere come loro, che noi avremmo voluto morire pellegrini di carta? Siamo figli e nipoti di quelli che inumidivano il dito per sfogliare il giornale, per scoprire cosa c’era nella pagina successiva, per andare allo sport, o alla pagina dei morti, o a quelle del cinema, delle “lettere al direttore” dove cercare un posticino al sole nel sognato mondo dei giornali?
Sono storie incredibili che oggi non strappano, forse, neppure un sorriso di sufficienza. Sono gli “amarcord” di chi ha amato i “freschi inchiostri dell’alba” oggi rinchiusi per sempre nelle vecchie edicole, noti solo a chi è cresciuto fra loro. Oggi i new media non hanno odore, tutti perfetti e senz’anima. Algidi e lontani, “intoccabili” senza il soffio della spesso miserevole vita che dicono di voler raccontare.
Valentino Losito, presidente Ordine Giornalisti di Puglia (Bari)