Caccia ai piccioni in Lombardia. Sono troppi secondo la Regione che ha pubblicato un decreto per autorizzare l’abbattimento di 20 mila esemplari. Danneggiano l’agricoltura e si calcola che nell’arco di 15 anni, tra il 2004 e il 2019, gli effetti negativi ammontino a 932mila euro.
Il provvedimento ha validità per il periodo “tra il 20 settembre 2020 e il 20 gennaio 2021”, come si legge in una nota: “Il numero massimo di capi prelevabili è pari a 20mila e hanno ricevuto l’autorizzazione al controllo 600 cacciatori, a fronte di 736 richieste di autorizzazione”. Le deroghe al prelievo venatorio sono state approvate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Fabio Rolfi, assessore lombardo all’Agricoltura, ha ricordato che “il colombo di città è una specie che crea danni ingenti ai campi di frumento, girasole, mais, orzo, pisello, riso e soia”. E aggiunge: “Oltretutto porta un rischio di carattere sanitario negli allevamenti. Visto che siamo una delle prime regioni zootecniche d’Europa non possiamo correre rischi: i piccioni possono ospitare una quantità di patogeni di varia natura trasmissibili per via aerea e non solo”.
I cacciatori autorizzati sono 67 a Bergamo, 227 a Brescia, 18 a Como, 19 a Cremona, 2 a Lecco, 12 a Lodi, 132 a Mantova, 88 a Milano, 17 a Monza e Brianza, 13 a Pavia e 5 a Varese. Per non superare il limite massimo totale di capi prelevabili, ogni cacciatore autorizzato potrà prelevare un numero non superiore a 33 capi totali nel corso del periodo consentito e non più di 30 al giorno.
“La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e l’agricoltura va difesa anche attraverso una alleanza sempre più stretta tra mondo agricolo e venatorio”, insiste l’assessore Rolfi: “Qui il settore primario dà lavoro a oltre 230 mila persone. E intendiamo intraprendere ogni azione possibile per valorizzare il nostro sistema agroalimentare, che sarà il principale protagonista della ripartenza economica”.
(Fonte: Il Fatto Quotidiano)