Con la fusione appena conclusa fra Intesa Sanpaolo e UBI, il Gruppo bancario guidato da Carlo Messina sale ai vertici del ranking europeo. La principale banca italiana, particolarmente attiva in campo sociale, ambientale e culturale, diventa così nell’Eurozona la seconda per capitalizzazione, la sesta per risultato operativo e l’ottava per totale attivo. Un campione nazionale con circa 12 milioni di clienti, distribuiti su tutto il territorio.
“Ora – annuncia Messina – si apre un nuovo capitolo nella storia del nostro gruppo: la scorsa settimana, nel pieno rispetto dei tempi annunciati, abbiamo concluso con successo la nostra offerta rivolta agli azionisti di UBI annunciata cinque mesi fa. Il 90,2% – in termini di capitale – ha deciso di far parte di Intesa Sanpaolo: una scelta che per noi è motivo di orgoglio. Intesa Sanpaolo e UBI hanno modelli di business simili, con culture e valori aziendali condivisi. Insieme, possiamo rafforzare un Gruppo campione nazionale e leader a livello europeo, forte di oltre 1,1 trilioni di euro che gli italiani ci affidano”.
Ma qual è il bilancio provvisorio di questo semestre funestato dall’epidemia di coronavirus?
Dati alla mano, lo stesso consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo dichiara: “Nei primi sei mesi dell’anno, a fronte di un contesto molto impegnativo, abbiamo conseguito il miglior utile netto del primo semestre dal 2008, pari a 2,6 miliardi di euro. Ciò significa aver già realizzato l’86% dell’obiettivo minimo di utile netto di 3 miliardi, previsto per quest’anno. Il risultato netto del primo semestre 2020 mostra un aumento del 39% rispetto ai primi sei mesi del 2019, escludendo i 900 milioni di euro di accantonamenti relativi ai possibili impatti futuri del Covid-19. I ricavi mostrano una notevole resilienza, con una crescita dell’attività assicurativa. Le commissioni, penalizzate dal forte rallentamento delle attività economiche e dalla volatilità del mercato, a giugno segnano una ripresa; l’aumento delle masse di risparmio in gestione accelera nel secondo trimestre. Continua il calo dei costi, il nostro livello di efficienza operativa è tra più elevati a livello europeo”.
E dopo la fusione con Ubi, quali sono le prospettive per il secondo semestre 2020?
Spiega Messina: “Abbiamo ulteriormente rafforzato il nostro bilancio, migliorando i coefficienti patrimoniali, già estremamente solidi, e riducendo lo stock dei crediti deteriorati al livello più basso dal 2008, con un calo di circa 6 miliardi di euro negli ultimi dodici mesi. Il flusso di nuovi crediti deteriorati è al livello più basso mai registrato nei primi sei mesi dell’anno. Possiamo pertanto affermare di essere ben posizionati per continuare ad assicurare una redditività ai vertici del settore in Europa, mantenendo una elevata patrimonializzazione. Senza contare il contributo di UBI Banca, prevediamo di realizzare un utile netto di almeno 3,5 miliardi di euro nel 2021”.
Costituito a sua volta il 1° gennaio 2007 dalla fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI, in questi anni il Gruppo ha organizzato l’unificazione delle reti commerciali attraverso la Banca dei Territori, accorpando nel tempo 320 istituti di varia natura, con sede in 189 località italiane diverse: casse di risparmio, monti di pietà, casse rurali, banche popolari, società ordinarie di credito, banche cattoliche, enti di diritto pubblico, banche di interesse nazionale. La genealogia di Intesa Sanpaolo ha radici molto antiche: risale, infatti, alla fondazione del Banco di Napoli nel 1539 e della Compagnia di San Paolo nel 1563. Ed è stata ricostruita a cura dell’Archivio Storico Intesa Sanpaolo e pubblicato in un sito – https://mappastorica.intesasanpaolo.com/ – messo on line proprio in questi giorni.
La mappa genealogica permette di preservare e di diffondere le diverse memorie storiche locali da cui scaturisce Intesa Sanpaolo, fornendo anche uno spaccato della vita economica, sociale, culturale e politica di quei territori in cui l’Istituto vanta una capillare e storica presenza. In questo senso può essere considerata un importante contributo alla crescita di una identità territoriale “partecipata”: nelle peculiarità economiche e sociali di ciascun istituto bancario, si può riconoscere la storia del territorio, prendere consapevolezza della propria identità e sentirsi parte integrante di un patrimonio di memorie condivise.
In campo ambientale, la banca ha creato un fondo di 5 miliardi di euro destinato all’economia circolare. Promuove progetti rilevanti di inclusione economica e riduzione della povertà, tra cui un fondo di impatto per 1,2 miliardi di finanziamenti a categorie di soggetti con difficoltà di accesso al credito. Intesa Sanpaolo è fortemente impegnata in attività culturali proprie e in collaborazione con altri soggetti in Italia e all’estero, incluse esposizioni permanenti e temporanee del suo vasto patrimonio artistico presso le “Gallerie d’Italia”, i musei del Gruppo a Milano, Napoli e Vicenza, a cui si aggiungerà prossimamente quello di Torino in piazza San Carlo (nella foto).