In origine dovevano essere 300 miliardi di lire all’anno, ma dal 2007 al 2016 si sono ridotti a poco più di 46 milioni di euro. I fondi che la legge n. 662 del 23 dicembre 1996 aveva riservato al Ministero dei Beni culturali e ambientali, ricavati dall’estrazione infrasettimanale del Gioco del Lotto, sono stati fagocitati nel tempo dalle casse fameliche del bilancio statale. Ma per il 2017 si spera che lo stanziamento possa tornare a crescere, per contribuire al recupero e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico.
Dall’approvazione di quella legge a oggi, oltre 1 miliardo e 800 milioni di euro sono stati destinati a questo scopo di utilità sociale, consentendo di intervenire su più di 600 monumenti in tutt’Italia: da Palazzo Barberini a Roma alla Reggia di Venaria Reale e alla Galleria sabauda a Torino; dal Teatro Petruzzelli di Bari a Villa d’Este a Tivoli; e poi ancora, il Palazzo Reale di Genova, il Complesso di San Pancrazio a Cagliari, Castel Sant’Elmo a Napoli, il Palazzo della Triennale a Milano, la Galleria degli Uffizi a Firenze, le Gallerie dell’Accademia a Venezia e l’Archivio di Stato a Palermo. Un prezioso “deposito” di arte e cultura, insomma, salvato dal Lotto.
La tabella pubblicata qui in calce documenta la progressiva riduzione delle risorse ricavate dal “gioco più amato dagli italiani”. Dai 106 milioni di euro del 2007, sono scese a 89 l’anno successivo fino al minimo storico di 29 nel 2013. Poi, gli stanziamenti sono ricresciuti a 39,7 milioni nel 2015 e a 46,3 l’anno scorso.
Eppure, la “destinazione di scopo” di una parte degli introiti ricavati dai giochi e dalle lotterie nazionali è prevista in diversi Paesi, a cominciare dal Regno Unito. Nel 2014, per esempio, circa il 20% dei fondi della “National Lottery” inglese è stato destinato ai Beni culturali, seguendo una tradizione che è andata allargandosi nel corso degli anni. Da noi, le origini del Gioco del Lotto risalgono addirittura a 500 anni fa, quando in Toscana si diffusero per tutto il XV secolo le cosiddette “borse di ventura”.
L’Italia, secondo l’Unesco, è il Paese con il più grande patrimonio storico del mondo. Ma spende in questo campo poco più dell’1% del Pil, contro una media europea del 2,2, collocandosi così all’ultimo posto nella classifica dell’Unione. Nel 2016, sotto la gestione del ministro Dario Franceschini, il bilancio del Mibact è arrivato a 2 miliardi e 128 milioni di euro, con un incremento del 36%. A questo stanziamento, va aggiunto poi 1 miliardo del Fondo sviluppo e coesione 2014-2020, per realizzare 33 interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e di potenziamento del turismo.
Ma in questo settore vale il principio che una spesa è un investimento: si calcola che per ogni euro, se ne possano ricavare 6-7. “Il mio ministero – disse infatti Franceschini al suo esordio – è il più importante ministero economico del Paese”. Se anche il Gioco del Lotto può fare la sua parte, dunque, sarebbe quantomai utile che il contributo previsto da quella legge di vent’anni fa tornasse ora al livello originario.
Luca Grimaldi