Sono 25 le città “fuorilegge” in Italia, secondo i dati del “Rapporto Mal’aria 2024” redatto e diffuso da Legambiente. Non parliamo qui di criminalità organizzata, mafia, camorra e ‘ndrangheta; di omicidi e femminicidi; rapine, risse, furti e scippi che riempiono ogni giorno le pagine di cronaca nera dei quotidiani. Parliamo piuttosto di inquinamento, di smog e polveri sottili che avvelenano l’aria che respiriamo. E provengono dagli insediamenti industriali, dal traffico automobilistico e dagli impianti di riscaldamento domestico.
Nell’anno che s’è da poco concluso, 50 centraline in 25 città su 98 hanno registrato limiti giornalieri di Pm10 superiore alla norma. In testa, si trovano
Frosinone (Scalo) con 70 sforamenti e Milano (Viale Marche) con 68 giorni di sforamenti, seguite da Verona (Borgo Milano) con 66 e Vicenza (San Felice) con 64. E rispetto ai nuovi target europei fissati per il 2030, se nel frattempo la situazione non cambierà radicalmente, diventerebbero il 71% le città fuorilegge per il PM10 (polveri sottili) e il 45% per l’NO2 (diossido di azoto).
Si tratta di sostanze altamente nocive non solo per l’ambiente, ma soprattutto per la salute collettiva. Provocano malattie respiratorie, polmonari e cardiache. E possono causare anche tumori nell’organismo umano. Un’emergenza nazionale, dunque, che va affrontata con decisione e rapidità.
Avvertono i dirigenti di Legambiente: “Il 2030 è alle porte, servono scelte coraggiose ora. È fondamentale investire nella mobilità sostenibile, potenziando il trasporto pubblico e rendendo le città più vivibili, con spazi pedonali e ciclabili. Urgente anche intervenire su riscaldamento domestico e agricoltura, riducendo l’impatto degli allevamenti intensivi e integrando le politiche su clima, energia e qualità dell’aria”.
Solo cinque anni ci separano dall’entrata in vigore dei nuovi limiti europei sulla qualità dell’aria, ma le città italiane sono drammaticamente impreparate: l’aria resta irrespirabile e i livelli di inquinamento attuali sono ancora troppo distanti dai parametri che entreranno in vigore nel 2030. E il “Rapporto Mal’aria 2024” di Legambiente la documenta con la forza delle cifre. L’associazione ambientalista lancia, perciò, la sua campagna itinerante “Città2030, come cambia la mobilità” che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile, efficiente, accessibile, rendendo le strade più sicure, a cominciare dagli utenti più deboli e più vulnerabili come i pedoni e i ciclisti.
Per uscire dall’emergenza smog, secondo l’associazione ambientalista, servono politiche strutturali che incidano su tutti i settori corresponsabili dell’inquinamento. Le priorità sono queste:
- Ripensare la mobilità urbana, mettendo le persone al centro: da un lato, potenziare con forza il trasporto pubblico che deve essere convertito con soli mezzi elettrici entro il 2030; dall’altro, avviare uno stop progressivo ma anche incisivo ai veicoli più inquinanti nei centri urbani, creando una rete diffusa di aree pedonali e percorsi ciclopedonali, perseguendo il modello della “città dei 15 minuti”, creando Low Emission Zones e usando politiche come Città30, già attivata con successo a Bologna, Olbia e Treviso.
- Accelerare la riconversione degli impianti di riscaldamento, mappando quelli esistenti e programmando l’abbandono progressivo delle caldaie a gasolio, carbone e metano in favore di sistemi come le pompe di calore a gas refrigeranti naturali.
- Intervenire sul settore agrozootecnico, specialmente nel bacino padano dove le condizioni geografiche e meteorologiche favoriscono l’accumulo di inquinanti, riducendo gli allevamenti intensivi e le conseguenti emissioni di metano e ammoniaca attraverso l’implementazione di buone pratiche come la copertura delle vasche e il controllo degli spandimenti.
- Integrare le politiche su clima, energia e qualità dell’aria, considerando anche il ruolo del metano nella formazione dell’ozono troposferico.
La campagna di Legambiente parte da Milano, dove tornerà il 14 febbraio, per poi proseguire verso Genova (11 -12/02), Firenze (13 -14/02), Prato (14/02), Modena (22/02), Bologna (24/02), Torino (27/02), Padova (28/02-1/03), Perugia (28/02-1-2/03), Pescara (05/03), Trieste (06/03), Napoli (7/03), Messina (7-8/03), Olbia (7-8/03), Avellino (10/03), Reggio Calabria (13/03), Brindisi (14/03) e concludersi a Roma (17-18).
Anche quest’anno, l’associazione rilancia la petizione online “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!”, chiedendo al governo interventi urgenti per contrastare l’inquinamento atmosferico, a partire da nuove misure per la mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada.
Si può firmare a questo link: https://attivati.legambiente.it/malaria