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L’ENERGIA DELL’ACQUA, UNA RISORSA NATURALE DA DIFENDERE E VALORIZZARE PER ESSERE INDIPENDENTI

L’avviso a pagamento è apparso lunedì 23 dicembre su diversi giornali, tra cui Il Fatto Quotidiano, a pagina intera sotto il titolo “Manifesto – Uniti per l’idroelettrico italiano”. Ed era firmato da una ventina fra associazioni ambientaliste e sindacali. Ora il giornalista Giovanni Valentini, già direttore del settimanale L’Espresso ed ex vicedirettore di Repubblica, l’ha ripreso nella sua rubrica settimanale “Il Sabato del Villaggio” che viene pubblicata sul giornale diretto da Marco Travaglio. Titolo: “L’energia dell’acqua e la nuova chimera del nucleare pulito”.

L’Avviso a pagamento apparso sul Fatto Quotidiano e altri giornali a favore dell’energia idroelettrica

Di entrambi questi temi, come sanno i nostri lettori, il sito Amate Sponde s’è occupato più volte anche nei mesi scorsi, per difendere e valorizzare il settore idroelettrico che rappresenta – dice lo stesso Manifesto – una “eccellenza italiana” nel novero delle fonti rinnovabili. E in effetti, si tratta di un settore strategico che, insieme al solare e all’eolico, può contribuire a sostenere la produzione energetica nazionale, riducendo la nostra dipendenza dall’estero e contrastando l’inquinamento che nuoce all’ambiente e alla salute collettiva.

Con la catena delle Alpi a Nord e quella degli Appennini al Centro, la Penisola è attraversata in lungo e in largo da fiumi, torrenti e vari corsi d’acqua. Una grande risorsa naturale che, attraverso le dighe e i bacini di raccolta, diventa anche una consistente fonte energetica. Nel suo articolo, citando i dati pubblicati sul “Manifesto” a favore dell’idroelettrico, Valentini cita questi dati essenziali: nel 2023, i 4.800 impianti italiani sparsi sulle nostre montagne hanno prodotto energia verde pari al fabbisogno di 15 milioni di famiglie su un totale di 26, all’incirca la metà dell’intera popolazione nazionale. Hanno generato un valore di due miliardi di euro all’anno che poi in realtà arrivano a un totale di 24 tenendo conto di tutta la filiera. E hanno impiegato circa 12mila lavoratori specializzati, in foma diretta o nell’indotto.

Si tratta, dunque, di una grossa industria che oggi però si trova in difficoltà. Da qui, l’appello degli operatori pubblicato a pagamento sui quotidiani. “Il fatto è – spiega l’autore dell’articolo – che in questo prezioso contesto idrogeologico non esiste, neppure a livello europeo, una chiarezza di principi e di criteri normativi in cui assegnare le concessioni”. E l’acqua, non va dimenticato, è un bene pubblico fondamentale che appartiene a tutti i cittadini.

Per il rinnovo di queste concessioni, il governo italiano ha indetto procedure di gara all’insegna della concorrenza, aperte a imprenditori europei e non europei. Ma quelli italiani che hanno investito sui propri asset rischiano adesso di perderli, senza poter investire in altri Paesi a condizioni di reciprocità. Commenta il giornalista sul Fatto: “L’opposto, insomma, di quanto s’è fatto per le concessioni ai gestori degli stabilimenti balneari (altro tema di cui questo sito s’è ampiamente occupato a suo tempo – ndr), una lobby economica ed elettorale a cui il governo in carica s’è mostrato particolarmente sensibile”.

La difesa dell’idroelettrico s’incrocia a questo punto con lo sviluppo delle altre fonti rinnovabili e con la ricerca tecnologica per il cosiddetto “nucleare pulito”, fondato sulla fusione dell’atomo e non più sulla fissione. Questo, per essere considerato effettivamente tale, non deve produrre scorie radioattive e non deve inquinare l’ambiente circostante. Ne discende l’appello a valorizzare al massimo le risorse naturali, come il sole, il vento e l’acqua, prima di avventurarsi in sperimentazioni sul “nucleare verde” che possono richiedere tempi lunghi e investimenti ingenti.

Non è più tempo di ingaggiare “guerre di religione”. Ma è chiaro ormai che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha provocato un forte aumento dei prezzi di gas e petrolio sui mercati internazionali. E occorre, perciò, che ciascun Paese si attrezzai per contenere i rincari e aumentare la proprio indipendenza energetica. In un mix di fonti “verdi”, non inquinanti e non nocive per la salute, ci sarà posto anche per un nuovo nucleare soltanto se sarà davvero “pulito”.

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