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CARO SUOLO: IL CEMENTO “MANGIA” 20 ETTARI AL GIORNO E COPRE 72,5 CHILOMETRI QUADRATI

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CARO SUOLO: IL CEMENTO “MANGIA” 20 ETTARI AL GIORNO E COPRE 72,5 CHILOMETRI QUADRATI

L’aumento è di circa 20 ettari di terreno al giorno e ricopre di cemento una superficie di 72,5 chilometri quadrati: come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze. Sebbene in leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato nel nostro Paese. La crescita resta al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) ed è compensata solo in piccola parte dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti soprattutto al recupero di aree di cantiere). L’edizione 2024 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), lancia un nuovo allarme sulla cementificazione selvaggia della Penisola (in alto foto di Pixabay.com).

Non si tratta più soltanto di un problema ambientale. La questione è anche economica: nel 2023 la riduzione dell’”effetto spugna”, ovvero la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico, costa all’Italia oltre 400 milioni di euro. Un “caro suolo” che si aggiunge ai danni causati dalla perdita dei servizi ecosistemici: dalla diminuzione della qualità dell’habitat alla perdita della produzione agricola, dallo stoccaggio di carbonio alla regolazione del clima.

Foto di Silvia Rapisarda (dal sito di SNPA)

“Le fragilità ambientali e climatiche del nostro Paese – avverte con preoccupazione il presidente di ISPRA e SNPA, Stefano Laporta – rendono improrogabile l’approvazione di una legge nazionale sul consumo di suolo in conformità agli indirizzi europei, che affermi i principi fondamentali di riuso, rigenerazione urbana e limitazione del consumo di suolo, sostenendo con misure positive il futuro dell’edilizia, la tutela e la valorizzazione dell’attività agricola”. E aggiunge: “Così come, per il futuro delle nostre città, sarà fondamentale adottare un Piano nazionale di ripristino”.

Commenta la direttrice generale dell’Ispra, Maria Siclari: “Al netto delle aree recuperate o ripristinate, abbiamo avuto una crescita di 64 km² in più rispetto all’obiettivo di azzeramento del consumo di suolo netto al 2030. È una sfida ardua, fondamentale non solo per la tutela del territorio, della biodiversità e del paesaggio, ma anche per la sicurezza e il benessere di tutti”.   A suo parere, i dati scientificamente validati da questo Rapporto “dovrebbero orientare le politiche di sostenibilità ambientale, alla luce degli impatti economici delle nuove impermeabilizzazioni in termini di riduzione della capacità del suolo di trattenere e mantenere l’acqua e regolare il ciclo ideologico, la cui perdita è stimata in circa 400 milioni di euro annui”.

(dal Fatto Quotidiano)

Nel 2023 risultano cementificati più di 21.500 km2, di cui l’88% su suolo utile. In aumento la cancellazione del suolo irreversibile, con nuove impermeabilizzazioni permanenti pari a 26 km2 in più rispetto all’anno precedente. Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei Comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97ettari).

È in calo costante, quindi, la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Proseguono nel frattempo le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana: quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata.

Di conseguenza, cambia la classifica dei Comuni “Risparmia suolo”, quelli cioè in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM). Ad accompagnare il report, sul sito di Ispra è disponibile anche l’EcoAtlante: oltre a rappresentare un vero e proprio viaggio nell’ambiente italiano, questo strumento consente di consultare e scaricare le mappe dettagliate del consumo di suolo e di personalizzarle in base alle proprie esigenze (https://www.isprambiente.gov.it/it/events/presentazione-rapporto-consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2024)