EMERGENZA ACQUA: DALLA SICILIA ALLA PUGLIA LA SICCITA’ MINACCIA IL TURISMO E L’AGRICOLTURA

EMERGENZA ACQUA: DALLA SICILIA ALLA PUGLIA LA SICCITA’ MINACCIA IL TURISMO E L’AGRICOLTURA

Un’altra estate rovente. Come ogni anno in questa stagione, sotto l’incalzare del caldo e ora anche degli incendi, scatta l’emergenza siccità: soprattutto nelle regioni del Centro-Sud e in particolare in Sicilia. Con una raffica di ordinanze anti-spreco, gli amministratori locali impongono acqua a rotazione e sospensioni notturne dell’erogazione, con ulte fino a 500 euro per i trasgressori. Ma già si contano i danni per l’agricoltura e per il turismo, oltre che per la popolazione, in tutto il Mezzogiorno. Tra 20 giorni anche le campagne pugliesi saranno a secco. La mancanza d’acqua si ripercuote sulla produzione di energia, bloccando le centrali idroelettriche: e questa, va ricordato, è la principale fonte rinnovabile a nostra disposizione.

CENTRALE IDROELETTRICA ENEL

Una centrale idroelettrica dell’Enel

Sostiene il Commissario straordinario nazionale, Nicola Dell’Acqua, audito sull’argomento dalla Commissione Ambiente della Camera: “Devono essere le autorità di bacino a pianificare gli approvvigionamenti necessari”. E aggiunge: “Servono nuove infrastrutture. Non se ne fanno da settant’anni in Italia”. Era stato lui stesso, nel marzo scorso a dichiarare al Sole 24 Ore che “grazie alle ultime nevicate di quest’inverno l’estate 2024 non si preannuncia critica, tranne che per la Sicilia, dove i razionamenti appaiono pressoché obbligati”. Nella stessa occasione, il Commissario aveva assicurato che “i consorzi di bonifica hanno già in essere investimenti per 2,4 miliardi che porteranno entro il 2025 a un risparmio di un miliardo di metri cubi d’acqua per gli usi agricoli, di cui 800 milioni solo di riduzione delle perdite”. Purtroppo, però, aveva anche avvertito che la mancata manutenzione di dighe e invasi “ha causato una diminuzione della capacità di quasi il 30%: tre miliardi di metri cubi in meno sui 13 complessivi”.

Secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, riferisce un articolo di Roberta Amoruso pubblicato sul quotidiano Il Messaggero, negli ultimi quarant’anni le condizioni meteorologiche estreme sono responsabili di mezzo trilione di perdite economiche e di vittime umane comprese fra le 85mila e le 145mila. Solo in Italia, come si legge nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc), i fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico costano oltre due miliardi l’anno. In Puglia, secondo la Coldiretti regionale, i danni arrivano a un miliardo solo negli ultimi due anni: dimezzati i raccolti del grano, delle olive, del miele e delle ciliegie.

Non meno disastroso il bilancio degli incendi boschivi, spesso appiccati con dolo. Dal 15 giugno, sono stati complessivamente 15mila gli interventi dei Vigili del Fuoco, oltre il 30% più dell’anno scorso nello stesso periodo. Due di loro, entrambi di 45 anni, sono morti nei giorni scorsi a Nova Siri, nel Materano, mentre tentavano di spegnere un rogo. Dall’inizio dell’anno, sono stati devastati dal fuoco più di 10mila ettari di terreno, circa 8.400 soltanto nell’ultimo mese. Ogni rogo, calcola Coldiretti su dati Effis, pesa per oltre 10mila euro a ettaro.

STRMBOLI (Gruppo stati d'animo 2)

Dall’Abruzzo al Lazio e alle Marche, anche il Centro Italia soffre la siccità. A Chieti, il sindaco ha richiesto tre autobotti per distribuire l’acqua, la cui disponibilità è diminuita del 40%. A Pescara, in seguito all’aumento delle presenze estive, le sospensioni notturne nell’erogazione lasciano a secco diversi quartieri. Ed è emergenza anche nel Viterbese: l’ultimo Comune a ricorrere alle autobotti è stato quello di Gallese. Il livello delle sorgenti laziali registra un decremento del 40%, a causa del deficit di precipitazioni (-20% rispetto alla media storica degli ultimi due anni). Nelle Marche, infine, l’Agenzia regionale Amap calcola che a metà dell’anno la pioggia è stata un quarto di quella caduta nell’ultimo trentennio.

In un Paese come il nostro, in cui la rete idrica perde circa il 42% dell’acqua trasportata, occorrono quindi interventi urgenti. Finora, il governo ha stanziato 250 milioni per ristrutturare gli invasi esistenti e progettarne di nuovi. Ma la “grande sete” provocata dalla siccità, con la riduzione dei ghiacciai, il prosciugamento dei fiumi e dei laghi, è un’altra nefasta conseguenza dei cambiamenti climatici che vanno affrontati su scala planetaria.

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