Le stazioni ferroviarie abbandonate diventeranno presidi di telemedicina. Dal palco del Villaggio Coldiretti, l’Ad di FS Italiane, Luigi Ferraris, annuncia anche che i nostri 17mila chilometri di binari possono essere utilizzati per connettere digitalmente le campagne e favorire così la competitività di questo fondamentale settore produttivo: “Con la nostra rete ferroviaria, possiamo portare la fibra ottica di nuova generazione anche nelle aree rurali migliorando il lavoro degli agricoltori”.
Sono circa 500 le stazioni ferrovie dismesse, in aggiunta alle 2.200 attualmente attive per il trasporto. Si tratta di una risorsa “nascosta” da valorizzare, anche a fini turistici, per riscoprire località di piccole e medie dimensioni – come, per esempio, i borghi storici – che si stanno spopolando. La rigenerazione del territorio, insomma, può viaggiare sul treno.
Anche la congestione del traffico su strade e autostrade e la maggiore competitività delle imprese agricole avranno a disposizione così un sistema infrastrutturale e di logistica integrata adeguato alle sfide attuali. “Nel trasporto merci – spiega l’Ad delle Ferrovie dello Stato – siamo fermi da anni a una quota del 10% rispetto al totale della mobilità: nel prossimo decennio l’obiettivo è raddoppiare la quota per arrivare al 20%”.
Questo comporterà, secondo Ferraris, un significativo accorciamento delle distanze per la rete di Coldiretti con la possibilità di far arrivare nelle principali città europee i prodotti freschi coltivati in Italia. Tanto più che, come ha rilevato lui stesso, nei prossimi cinque anni andranno in pensione un milione e mezzo di patentati, molti dei quali autisti di camion e di tir, i quali non saranno sostituiti dai neo-patentati che sono appena 125mila all’anno.