L’orsa F36 è morta. La carcassa dell’animale è stata ritrovata mercoledì sera, in val Bondone, nel Comune di Sella Giudicarie (Trento). L’accertamento del personale del Corpo forestale trentino è scattato in seguito all’attivazione del sensore di mortalità di cui è dotato il radiocollare dell’orsa.
“Un fatto di una gravità inaudita che ripugna e colpisce le coscienze di tutti gli italiani e che, se dovesse essere confermata l’ipotesi del bracconaggio, ha una sola responsabile: la politica faunicida di Maurizio Fugatti”. Lo dichiara la presidente nazionale dell’Enpa (Ente protezione animale), Carla Rocchi: “Dopo M62, F36 è il secondo orso condannato a morte dalla Provincia autonoma di Trento che viene trovato privo di vita. Aspettiamo che la magistratura faccia le dovute indagini, tuttavia riesce difficile, molto difficile, pensare a un incidente”. Proprio per fare chiarezza su questa terribile vicendA, l’ufficio legale dell’Enpa sta predisponendo una denuncia per uccisione di animali che verrà presentata nelle prossime ore.
All’ordinanza del presidente della Provincia, ha replicato immediatamente l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali): “Siamo sgomenti: una volta di più il presidente Fugatti adotta la legge del taglione invece di tutelare la fauna e difendere la biodiversità della sua terra, come invece dovrebbe”. E ha aggiunto polemicamente: “Procederemo nelle opportune sedi per impedirlo. Siamo con F36, come la maggioranza dell’opinione pubblica, che vuole gli orsi difesi dalle Amministrazioni locali. Neanche l’esempio delle buone pratiche adottate altrove in Italia ha insegnato nulla”.
Secondo la stessa Organizzazione, l’orsa – che ha l’età di 6 anni – non è mai stata aggressiva. Domenica 30 luglio avrebbe soltanto allontanato dal suo cucciolo due giovani sul sentiero Mandrel, nelle Giudicarie, in Trentino. Con questo “falso attacco”, ha fatto il suo “dovere di madre” ispirato dalla propria natura e non ha voluto attaccare per uccidere. “Auspichiamo – conclude l’Oipa – che l’opinione pubblica si mobiliti. Al contempo andremo per vie legali. La Provincia di Trento pensi a prevenire episodi del genere, anche informando la cittadinanza e gli escursionisti su come ci si comporta in montagna, invece di continuare a evocare come sempre catture e abbattimenti”.
“Che pochezza, che crudeltà inutile e dannosa. Siamo la specie peggiore. e Fugatti anche di più. Vergogna”, ha commentato in un Tweet l’attore Alessandro Gassman (nella foto sotto), da tempo impegnato nella difesa dell’ambiente e autore anche di un saggio intitolato Perché ho deciso di pensare verde (Piemme).
Già in precedenza, un’analoga situazione s’era verificata per un’altra orsa, denominata Jj4, madre di due cuccioli: per difenderli, aveva ucciso un runner nei boschi del Trentino. In quell’occasione, era intervenuto l’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale) dichiarando che l’animale non doveva essere necessariamente abbattuto e poteva essere trasferito all’estero in una struttura di accoglienza specializzata.
In seguito a questa pronuncia, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin aveva dichiarato: “La soppressione di JJ4 non può essere una vendetta, ucciderla non ridarà la vita al giovane runner, ma il ripetersi reiterato delle aggressioni agli umani e agli animali ha reso evidente che la gestione degli orsi in Trentino è diventata problematica. Da ministro posso solo esercitare una funzione di indirizzo, che non può che basarsi sul parere scientifico dell’Ispra”.
Anche la Lav (Lega antivivisezione) aveva preso le difese di “mamma orsa”, appellandosi direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in quanto garante della Costituzione che – all’articolo 9 – prevede “la tutela della biodiversità e degli animali”. Il responsabile nazionale della sezione Animali selvatici, Massimo Vitturi, aveva auspicato che Fugatti fosse “richiamato al suo ruolo, che non è quello di sceriffo, affinché la gestione degli orsi torni allo Stato e venga affidata a un pool di esperti, coinvolgendo l’Europa per implementare su tutto l’arco alpino un serio progetto di convivenza basato sulle migliori pratiche sviluppate in tutto il mondo nelle aree di presenza degli orsi”, all’insegna dell’informazione e della prevenzione.