UNO STUDIO THEA-ENEL: 6 MLD EURO DI INVESTIMENTI ALL’ANNO SU RETE ELETTRICA IN 10 ANNI

UNO STUDIO THEA-ENEL: 6 MLD EURO DI INVESTIMENTI ALL’ANNO SU RETE ELETTRICA IN 10 ANNI

La rete di distribuzione ha un ruolo chiave per abilitare la transizione energetica. Si rendono quindi necessari investimenti, per permettere alla rete di gestire il cambiamento di assetto del sistema elettrico e far fronte ai cambiamenti climatici. È quanto emerge dallo Studio “Il ruolo della distribuzione elettrica per una transizione energetica sicura”, realizzato da TEHA in collaborazione con Enel e presentato a Cernobbio nell’ambito della 50° edizione del Forum “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” di The European House – Ambrosetti.

Dichiara Gianni Vittorio Armani, Direttore Enel Grids and Innovability di Enel: “Alla luce dei cambiamenti in atto nel sistema elettrico e di quelli richiesti per raggiungere la decarbonizzazione, il consolidamento e sviluppo della rete di distribuzione come mezzo essenziale per abilitare questa evoluzione è di fatto al centro del dibattito energetico attuale. Per sostenere questa nuova importante fase di sviluppo della rete di distribuzione attraverso capitale investito e innovazione, è necessario garantire un assetto in continuità che permetta una stabilità finanziaria e una gestione sostenibile per gli operatori della rete di distribuzione”.

Commenta Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Board Member di The European House – Ambrosetti e TEHA Group: “Il progressivo aumento della generazione distribuita da fonti rinnovabili e la maggiore elettrificazione dei consumi finali richiedono che la rete di distribuzione elettrica sia adeguata e abiliti una transizione “senza strappi”. E aggiunge: “L’evoluzione del sistema elettrico e il ruolo della distribuzione richiedono nuovi importanti investimenti nella rete per garantire la continuità delle performance: in Italia nei prossimi 10 anni saranno previsti circa 6 miliardi di euro di investimenti all’anno, che potranno attivare rilevanti impatti diretti, indiretti e indotti nell’economia del Paese”.

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Secondo la Commissione europea, per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2050, l’Ue dovrà raddoppiare il tasso annuo di installazione delle fonti energetiche rinnovabili (FER), rispetto alla media degli ultimi 5 anni, in gran parte nel vettore elettrico che dovrà coprire il 60% dei consumi finali europei. La crescita imponente delle FER distribuite sul territorio e la maggiore elettrificazione dei consumi finali in termini di volumi impongono un nuovo sviluppo della rete di distribuzione come mezzo essenziale per abilitare questa evoluzione.

Non è un caso, quindi, che il Net Zero Industry Act (NZIA) della Commissione di Bruxelles abbia identificato la rete elettrica come una tecnologia strategica per il raggiungimento delle emissioni nette zero al 2050. La stessa Commissione, inoltre, ha recentemente evidenziato anche la rilevanza e la strategicità della rete di distribuzione elettrica (direttiva UE 2022/2557): questo settore appare essenziale per il mantenimento di funzioni vitali della società e critico per il corretto funzionamento di attività economiche produttive.

La sede dell'Enel a Roma con il logo della società in un'immagine diffusa dall'ufficio stampa, 23 settembre 2019. ANSA/UFFICIO STAMPA ENEL/Roberto Caccuri/Contrasto

(ANSA/UFFICIO STAMPA ENEL/Roberto Caccuri/Contrasto)

 

 

In Italia, la strategicità della rete elettrica è confermata dalla sua presenza nel novero delle infrastrutture strategiche definite dal Golden Power, in un contesto in cui più dell’80% dell’elettricità consumata in Italia viene fornita dalla rete di distribuzione. Si tratta di un servizio essenziale non solo per il mantenimento di funzioni vitali per la società (servendo più di 30 milioni di utenti domestici), ma anche e soprattutto delle attività economiche, con 7 milioni di utenze commerciali e industriali connesse.

Più nel dettaglio, in Italia la rete di distribuzione elettrica ha un ruolo chiave per abilitare la transizione energetica: sia per la crescente connessione di impianti distribuiti (oltre il 70% della capacità rinnovabile addizionale da installare entro il 2030 in Italia verrà infatti connessa alla rete di distribuzione); sia per il ruolo sempre più attivo dei consumatori finali nel sistema elettrico, che diventano prosumer e promotori di “attività” innovative. Queste due dinamiche – generazione distribuita e ruolo sempre più attivo dei consumatori finali – evidenziano la strategicità dell’infrastruttura: nel corso del 2023, in Italia, sono state effettuate oltre 370 mila connessioni, 7 volte il numero registrato 10 anni fa, a riprova dell’importanza che sta assumendo la generazione elettrica decentralizzata, con impianti di produzione di energia relativamente più piccoli e più vicini ai consumatori finali.

La distribuzione va adeguata, quindi, a queste nuove esigenze dettate dal cambiamento di assetto del sistema elettrico. Se nell’assetto tradizionale del settore l’elettricità seguiva un flusso monodirezionale, con i consumatori finali che ricoprivano un ruolo passivo, al contrario la rete elettrica moderna deve riuscire a far fronte – oltre che ha un crescente numero di fonti di produzione elettrica distribuite – a flussi elettrici bi-direzionali e a consumatori finali sempre più attivi.

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Il tema è al centro del dibattito non solo per questo cambiamento di assetto del sistema elettrico, ma anche per i cambiamenti climatici in atto. I fenomeni metereologici estremi possono creare infatti danni rilevanti alle infrastrutture elettriche, con ripercussioni sul sistema produttivo e sulla collettività. Al fine di garantire una costante affidabilità del servizio elettrico, sono necessari quindi investimenti per incrementare la resilienza della rete di distribuzione nei prossimi anni.

Una valutazione sul futuro della distribuzione elettrica in Italia e in Europa non può prescindere, però, dalla relativa analisi della performance attuale. Muovendo da queste considerazioni, TEHA si è posta l’obiettivo di identificare le caratteristiche salienti della performance della nostra rete di distribuzione, confrontandola con quella di altri Paesi benchmark in Europa. Dal modello di valutazione analitico sviluppato, emerge che la rete di distribuzione italiana (intesa nell’assetto attuale) è tra le più virtuose d’Europa, grazie a un efficace sviluppo del capitale investito che ha abilitato alti tassi di innovazione, efficienza e sviluppo infrastrutturale. In particolare, la rete italiana è al primo posto per economicità degli oneri di rete e per tasso di penetrazione e funzionalità degli smart meter. L’efficienza, l’efficacia, l’economicità e l’innovazione del settore della distribuzione sono state supportate da un sistema normativo-regolatorio sviluppato su più livelli, evoluto e particolarmente adeguato alle reti.

L’evoluzione del sistema elettrico e il ruolo della distribuzione richiedono però nuovi importanti investimenti nella rete per garantire la continuità delle performance. In Italia, nei prossimi 10 anni, saranno richiesti circa 6 miliardi di euro all’anno di investimenti, con conseguenti importanti benefici per il sistema-Paese. Gli investimenti medi annui attesi nella rete di distribuzione elettrica in Italia potranno generare oltre 13 miliardi di Valore Aggiunto nel sistema ogni anno, circa lo 0,7% del PIL italiano, abilitando oltre 170mila posti di lavoro e garantendo oltre 12 miliardi di redditi per le famiglie italiane.

Alla luce dell’attuale performance del settore della distribuzione in Italia, che si sostanzia in capacità ed efficacia di investimento, qualità del servizio, innovazione ed economicità per gli utenti finali, è auspicabile che, a partire dall’assetto attuale, l’evoluzione futura preservi e valorizzi, in una prospettiva di lungo termine, gli importanti benefici garantiti finora da un sistema normativo-regolatorio. Occorre quindi che in prospettiva l’evoluzione del sistema normativo-regolatorio non costituisca, nella seconda metà del decennio in corso, un freno agli investimenti di cui necessita l’evoluzione della rete.

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