RIFONDAZIONE VERDE

RIFONDAZIONE VERDE

È una “rifondazione ambientalista” quella che auspica il giornalista Giovanni Valentini, già direttore del settimanale L’Espresso e vicedirettore di Repubblica, in un’ampia intervista pubblicata dal quotidiano La Notizia, a firma di Davide Manlio Ruffolo. Dovrebbe servire, a suo avviso, “per aggiornare e rafforzare la cultura su cui poggia questa mobilitazione civile”.

Di fronte al “processo all’ambientalismo” che si tenta di imbastire su scala internazionale in seguito alla crisi energetica ed economica, evocando un ritorno al nucleare seppure verde o “pulito”, Valentini sollecita una “riflessione collettiva” sui meriti e demeriti del movimento ecologista. Questa deve puntare a un obiettivo fondamentale: la riduzione delle disuguaglianze fra Nord e Sud del mondo, Paesi ricchi e Paesi poveri.

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Già a suo tempo, dalle colonne di Repubblica, lui stesso aveva lanciato provocatoriamente lo slogan “un ambientalismo sostenibile”, compatibile cioè con le ragioni dello sviluppo e del benessere dei cittadini. Oggi, avverte, gli ecologisti “hanno la responsabilità di mettere i piedi per terra, di diventare più realisti e pragmatici, come stanno facendo – per esempio – i Verdi tedeschi e quelli olandesi di Frans Timmermans, il padre del Green Deal europeo”.

Convinto che l’ambientalismo sia nello stesso tempo “il motore e il limite di una crescita sostenibile”, quasi un regolatore del progresso, l’ex direttore dell’Espresso che appoggiò il referendum sul nucleare del 1987 sostiene che per realizzare questo progetto “occorre modificare il nostro modello di sviluppo economico sociale: difendere l’ambiente non significa difendere l’esistente”. E aggiunge: “Bisogna far capire agli imprenditori e alle aziende che l’investimento green è il miglior investimento che si possa fare in termini economici e sociali”.

SARDEGNA pale eoliche

“Allora, si tratta di una ‘ideologia’ come dice Giorgia Meloni”, eccepisce Ruffolo. Risponde l’intervistato: “Chiamiamola come vogliamo, non fermiamoci alle parole: personalmente, preferisco dire che l’ecologia è una cultura. E questa cultura si basa su un’idea fondamentale di solidarietà umana e civile. La presidente Meloni, però, si contraddice quando afferma che l’ambientalismo non deve interferire con la ‘sfera economica’: se non intervenisse, non modificherebbe i nostri processi produttivi, non correggerebbe gli squilibri economici e non inciderebbe perciò sulle disuguaglianze. Nessuno s’illuda di salvare l’ambiente lasciando le cose come stanno”.

“Non mi dirà che anche lei si sta convertendo al nucleare pulito?”, lo incalza l’intervistatore del giornale diretto da Gaetano Pedullà. “Al momento – risponde Valentini – è una chimera. Molti ne parlano ignorando, o fingendo di ignorare, un elemento fondamentale: il cosiddetto ‘nucleare pulito’ si alimenta con le fonti pulite. Per prima cosa, quindi, bisogna sviluppare le rinnovabili che sono già disponibili. Poi, se la ricerca tecnologica riuscirà a garantire una produzione nucleare sicura, senza scorie, passando magari dalla fissione alla fusione, non vedo perché dovremmo rifiutarla”. E quindi conclude: “Fino ad allora, e secondo gli esperti ci vorranno dai 20 ai 50 anni, non possiamo che affidarci alle rinnovabili. Ma questa non deve diventare un’altra ‘guerra di religione’”.

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