L’ALTA MURGIA PUGLIESE DIVENTA GEOPARCO MONDIALE DELL’UNESCO: PATRIMONIO DI BIODIVERISTA’

L’ALTA MURGIA PUGLIESE DIVENTA GEOPARCO MONDIALE DELL’UNESCO: PATRIMONIO DI BIODIVERISTA’

L’Alta Murgia, un patrimonio di pietra incastonato nel cuore della Puglia, entra nel novero dei 213 Geoparchi mondiali dell’Unesco diffusi in 48 Paesi. Ne ha dato notizia La Gazzetta del Mezzogiorno, in un articolo di Marisa Ingrosso. Il riconoscimento dura quattro anni ed è soggetto a revisione.

A cavallo di due province, quella di Bari e di BAT (Barletta-Andria-Trani), questo territorio comprende 15 Comuni. Recentemente si sono aggiunti anche Acquaviva delle Fonti e Laterza. Con questa designazione, sfuma il rischio che l’Alta Murgia possa ospitare il sito per il deposito nazionale delle scorie nucleari, com’era stato ipotizzato in passato. Ora si punterà sulla valorizzazione ambientale all’insegna della biodiversità.

Nel Parco, si trovano siti di interesse mondiale come le cave di bauxite, il Pulo, la Valle dei dinosauri e la Grotta di Lamalunga, con l’Uomo di Altamura. Dichiara il presidente dell’Ente, Francesco Tarantini, alla Gazzetta: “E’ stata una vittoria di squadra, ottenuta insieme alle associazioni ambientaliste e alle imprese”.

ALTA MURGIA 2

Con un paesaggio naturale sassoso e primitivo, il Parco dell’Alta Murgia si estende su una superficie di 68mila ettari. Ma, come spiega lo stesso Tarantini, soffre da anni problemi che non ha creato e che subisce: a cominciare dall’invasione dei cinghiali. Un problema per gli agricoltori della zona, ma anche per la sicurezza dei ciclisti e degli automobilisti in transito.

Secondo un censimento dell’Università di Bari, si contano oltre 5mila esemplari, con una media di 42 animali per 100 ettari mentre la soglia massima dovrebbe essere di 12 per 100 ettari. Tanti cinghiali sono un danno per la flora e la fauna del Parco: ogni anno l’Ente paga 93mila euro per risarcire i danni agli imprenditori agricoli. Per questo, burocrazia permettendo, si punta ad aumentare le catture.

Altri due problemi emergenti da risolvere sono l’abbandono dei rifiuti che trasformano il Parco in una discarica a cielo aperto e la ridotta connettività. In alcune zone non arriva il segnale telefonico e questo rappresenta un rischio per i turisti. Perciò è stato firmato un protocollo per ampliare la rete WiFi e ammodernare le masserie in versione tecnologica 2.0.

Un sistema di comunicazione più avanzato può contribuire anche a contrastare gli incendi e l’abbandono selvaggio di rifiuti. Durante la notte il Parco è terra di nessuno e una sistema di telerilevamento potrebbe essere un’arma importante per contrastare questi fenomeni che danneggiano l’ambiente e l’agricoltura.

Per promuovere la candidatura del Parco Alta Murgia come Geoparco Unesco, negli anni scorsi è stata avviata un’iniziativa promozionale sul piano dell’immagine, in collaborazione con l’allora Ministero dello Sviluppo economico: una serie di cinque francobolli che rappresentano i tesori geologici di questo territorio.

Ora si tratterà di rispettare le raccomandazioni impartite dall’Unesco. Riguarderanno in particolare l’organizzazione degli uffici e l’ulteriore valorizzazione dei beni già presenti all’interno del Parco. Fra quattro anni, tutte queste caratteristiche verranno riesaminate e verificate, nel corso di un processo di riconvalida.

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