IL DISASTRO ECOLOGICO NELLA LAGUNA DI ORBETELLO: TURISTI IN FUGA DA ANSEDONIA

IL DISASTRO ECOLOGICO NELLA LAGUNA DI ORBETELLO: TURISTI IN FUGA DA ANSEDONIA

L’impressionante foto pubblicata qui sopra è stata postata su “X” da Alessandro Gassman, attore, regista, ambientalista militante, figlio del celebre Vittorio. E documenta, con la forza che solo certe immagini possono avere, la morìa di pesci nella laguna di Orbetello, nel promontorio dell’Argentario, provocata dall’aumento abnorme delle temperature e dal conseguente surriscaldamento dell’acqua. Questo fenomeno ha messo in crisi, oltre alla produzione ittica e al lavoro dei suoi operatori, anche il turismo: i miasmi e i fetori si sono diffusi in tutta la zona, facendo fuggire molti villeggianti che hanno abbandonato la rinomata spiaggia di Ansedonia.

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Alessandro Gassman in una foto di famiglia con il padre Vittorio.

La denuncia di Gassman chiama in causa direttamente i responsabili politici e amministrativi, nazionali e locali, che non sono riusciti a prevenire e impedire questo disastro ambientale. Un intervento tempestivo ed efficace avrebbe probabilmente evitato questo scempio che danneggia l’immagine di Orbetello e dell’Argentario. Ma quella foto è anche un monito per tutti i “negazionisti del clima”, per coloro che non credono all’emergenza climatica e contestano le misure che sono necessarie per ridurre il riscaldamento del pianeta.

Racconta il quotidiano online L’Indipendente: “Mentre la stagione turistica è nel suo pieno, sulla costa di Orbetello è ormai impossibile fare il bagno a causa della presenza sul pelo dell’acqua di migliaia di pesci morti. Sono già oltre cento i quintali di carcasse raccolte, mentre l’acqua densa e marrone defluisce dalla laguna e si riversa nel Tirreno, rendendo inospitali le spiagge, dove si registrano valori di Escherichia coli ed enterococchi intestinali tali da aver spinto le autorità a impedire la balneazione. Il sindaco della località toscana ha chiesto lo stato di calamità e aiuti da parte del governo. A provocare il disastro, secondo gli esperti, sarebbero due fattori: i fertilizzanti e la temperatura estremamente calda delle acque”.

La città di Orbetello, come si legge nell’enciclopedia Wikipedia, sorge nel mezzo dell’omonima laguna separata da una strada costruita su un terrapieno artificiale (la diga), che ha diviso la laguna in due specchi d’acqua (“Laguna di Levante” e “Laguna di Ponente”).

Il territorio comunale è estremamente variegato; la zona umida lagunare è delimitata verso il mare da due tomboli, il Tombolo della Feniglia e il Tombolo della Giannella, caratterizzati da lunghe spiagge sabbiose, pinete e macchia mediterranea. La costa in prossimità dei rilievi di Talamone e di Ansedonia diventa rocciosa e di difficile accesso.

L’entroterra è caratterizzato da modesti rilievi, dove la vegetazione cresce spontanea, formando intricate macchie, e da zone pianeggianti, una volta malariche e oggi intensamente coltivate.

La città e il territorio comunale di Orbetello godono del tipico clima mediterraneo, con inverno caratterizzato da temperature molto miti; l’estate è calda ma ben ventilata. Di conseguenza, il Comune è stato classificato in zona C, con una sommatoria di 1260 gradi giorno, che consente l’accensione degli impianti di riscaldamento tra il 15 novembre e il 31 marzo, per un massimo di 10 ore giornaliere.

Secondo i dati del trentennio 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a 8,3 °C; mentre quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, è di +24,1 °C. Con buona pace dei “negazionisti del clima”, quest’anno ha superato spesso i 30 gradi, arrivando addirittura a sfiorare i 40.

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