IL MINI-NUCLEARE: ENTRO FINE ANNO LE REGOLE PER I NUOVI IMPIANTI. OK DALL’83% DEGLI IMPRENDITORI

IL MINI-NUCLEARE: ENTRO FINE ANNO LE REGOLE PER I NUOVI IMPIANTI. OK DALL’83% DEGLI IMPRENDITORI

Un nucleare piccolo piccolo. In un’intervista rilasciata a Fausta Chiesa per il Corriere della Sera, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato in tono trionfalistico: “Nucleare, ci siamo. Entro fine anno le regole per i nuovi impianti”. E sull’onda di questa dichiarazione, l’83% della business community s’è pronunciato a gran voce per il ritorno al nucleare (in alto, una foto di Vladimir Zapletin).

“Il governo – ha precisato il ministro – ha sempre escluso il ritorno delle grandi centrali. Penso agli Small modulare reactor e agli Advanced modular reactor”. Si tratta, in sostanza, di moduli da 100 megawatt preconfezionati che saranno disponibili in futuro, da installare “accanto ai siti industriali che hanno una grande richiesta di energia”. Insomma, mini-reattori per un nucleare pulito.

View of Important electronic and mechanical parts of Mass spectrometer in ION Accelerator command room, CNC machined partsView of important electronic and mechanical parts of ION Accelerator, with high radiation warning sign, CNC machined parts, selective focus

Un modello di mini-reattore nucleare (Foto Iurii Garmash)

Nella stessa intervista, il ministro auspica che verso il 2030 sarà possibile cominciare a chiedere le autorizzazioni. Ma – domanda la giornalista – chi sarà il regolatore? Risposta di Pichetto Fratin: “Ci sarà un’Authority. Sarà l’Isin, l’attuale Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, che dovrà essere rafforzato in rapporto ai nuovi compiti”.

In precedenza, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva accennato all’ipotesi di una partnership internazionale. Ora il titolare dell’Ambiente annuncia: “C’è interesse da parte di aziende francesi e americane, ma vorrei un nucleare che abbia come motore il sistema industriale italiano”. E’ lui stesso ad aggiungere: “Abbiamo Enel, Ansaldo e una serie di altre imprese che possono far parte di un pool”. Poi, alla domanda dell’intervistatrice che chiede se Enel potrà tornare a fare l’operatore del nucleare in Italia, Pichetto Frattin risponde: “Ha tutte le competenze per farlo”.

CENTRALI NUCLEARI

Mentre nel nostro Paese sono ancora quattro le vecchie centrali nucleari da smantellare (Trino – Vercelli, Caorso – Piacenza, Latina e Garigliano – Caserta), il governo resta ancora vago sul sito del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che in passato ha già suscitato molte polemiche, soprattutto da parte delle popolazioni locali interessate. Dichiara al Corriere il ministro dell’Ambiente: “Valuteremo se ci converrà andare avanti con la valutazione dei siti per costruire il deposito geologico nazionale oppure se proseguire l’accordo con la Francia e il Regno Unito e avere depositi comuni”. Adesso, come ammette lui stesso, l’urgenza è trovare depositi per i rifiuti radioattivi di bassa e media intensità, di provenienza civile o sanitaria, che aumentano di giorno in giorno.

 

 

 

 

 

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